L’interesse per la storia degli anarchici milanesi è negli ultimi tempi decisamente aumentata, tanto che nel 2016, oltre al documentatissimo libro di Fausto Buttà, Anarchici a Milano. Storie e interpretazioni (1870-1926) già recensito su queste pagine da Franco Schirone (UN, n. 14,16 aprile 2017 ), abbiamo visto uscire anche l’opera di Francesco Lisanti, Storia degli anarchici milanesi (1892-1925).
Il libro ha un pregio notevole e un difetto grave. Il pregio consiste nell’ampio uso dei documenti di polizia conservati presso l’Archivio di Stato di Milano (ma anche quello del Canton Ticino, d’altra parte Lisanti è archivista di professione), il difetto è che ci si ferma sostanzialmente a questi. L’autore non utilizza mai informazioni provenienti dalla pur ricca serie di periodici anarchici stampati a Milano nel periodo di riferimento e, tra le fonti a stampa, sembra ignorare l’esistenza di diversi testi fondamentali come la bibliografia di Leonardo Bettini ma anche le ricerche di Gastone Manacorda.
Questo lo porta a vistosi errori concettuali come confondere (p.18-19) il congresso di Chiasso del 1880 (che vide anarchici e socialisti insieme per l’ultima volta) con quello di Capolago del 1891 (solo anarchico).[1] Ma decisamente surreale appare il fatto che in tutto il libro il quotidiano Umanità nova venga regolarmente citato come Umanità nuova ! Colpa del correttore automatico ? Pervicace errore delle carte di polizia ? Certo che su questo punto sarebbe stato sufficiente consultare wikipedia…
L’uso come fonte della sola versione della questura porta talora l’autore a ricostruzioni acritiche; così veniamo a sapere che, dopo l’attentato al Diana (23 marzo 1921), un gruppo di fascisti prima di dare l’assalto alla sede dell’USI “immobilizzò il commissario e i 10 agenti a presidio dell’edificio” (p. 273). Ce li immaginiamo proprio questi baldi agenti desiderosi di difendere la sede dei sovversivi “immobilizzati” dalla furia fascista !
Mauro De AgostiniMa veniamo ai pregi. L’autore ci mostra la nascita del sistema di schedatura dei sovversivi presso la Questura di Milano fin dal 1892, in largo anticipo quindi rispetto alle disposizioni nazionali del 1896 (p.22-23) e fa riemergere volantini, documenti e figure di militanti altrimenti dimenticate.
Ricordiamo qui la quindicenne Maria Roda processata nel 1892 per aver intonato un canto anarchico a porta Genova “ride rumorosamente ed è di una spavalderia straordinaria. Essa rispose che trovavasi a porta Genova per i suoi affari particolari, non cantò nessuna canzone e fu arrestata. Si professò recisamente anarchica” (p. 28) Risultato: una condanna a tre mesi di reclusione e a 50lire di multa.
In conclusione il giudizio sul libro evidenzia un quadro di luci e di ombre. In ogni caso siamo lieti che queste tematiche stiano attirando l’interesse crescente dei ricercatori.
Mauro De Agostini
Milano, La Vita Felice, 2016 Euro 18,50.
NOTE
(1) Cfr, MANACORDA, Gastone, Il Movimento Operaio italiano attraverso i suoi congressi. Dalle origini alla formazione del Partito socialista (1853-1892), Roma, Editori Riuniti, 1973, p.160-163 e 308-314.